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146 ii - paralipomeni della batracomiomachia

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     Se libere le menti e preparate
fossero a ciò che i fatti e la ragione
sapessero insegnar, non inchinate
a questa piú che a quella opinione;
se natura chiamar d’ogni pietate
e di qual s’è cortese affezione
sapesser priva, e de’ suoi figli antica
e capital carnefice e nemica;
13
     o se piuttosto ad ogni fin rivolta,
che al nostro che diciamo o bene o male;
e confessar che de’ suoi fini è tolta
la vista al riguardar nostro mortale,
anzi il saper se non da fini sciolta
sia veramente, e se ben v’abbia, e quale;
diremmo ancor con ciascun’altra etade
che il cittadin fu pria della cittade.
14
     Non è filosofia se non un’arte
la qual di ciò che l’uomo è risoluto
di creder circa a qualsivoglia parte,
come meglio alla fin l’è conceduto
le ragioni assegnando, empie le carte
o le orecchie talor per instituto
con piú d’ingegno o men, giusta il potere
che il maestro o l’autor si trova avere.
15
     Quella filosofia dico che impera
nel secol nostro senza guerra alcuna,
e che con guerra piú o men leggiera
ebbe negli altri non minor fortuna,
fuor nel prossimo a questo, ove, se intera
la mia mente oso dir, portò ciascuna
facoltá nostra a quelle cime il passo
onde tosto inchinar l’è forza al basso.