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142 ii - paralipomeni della batracomiomachia

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     Re cortese, per altro, amante e buono,
veggo questo in antico esser tenuto,
memore ognor di quanto appiè del trono
soggetto infra soggetti era vissuto:
al popol in comun, per lo cui dono,
e non del cielo, al regno era venuto,
riconoscente; e non de’ mali ignaro
di questo o quel, né di soccorso avaro.
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     E lo statuto o patto, che accettato
dai cittadini avea con giuramento,
trovo che incontro allo straniero armato
difese con sincero intendimento;
né, perché loco gliene fosse dato,
di restarsene sciolto ebbe talento.
Di questo, poi che la credenza eccede,
interpongo l’altrui, non la mia fede.