Pagina:Leopardi - Paralipomeni della Batracomiomachia, Laterza, 1921.djvu/144

134 ii - paralipomeni della batracomiomachia

12
     Certo se un suol germanico o britanno
queste ruine nostre ricoprisse,
di faci a visitar l’antico danno
piú non bisogneria ch’uom si servisse,
e d’ogni spesa in onta e d’ogni affanno
Pompei, ch’ad ugual sorte il fato addisse
all’aspetto del sol tornata ancora
tutta, e non pur sí poca parte, fôra.
13
     Vergogna sempiterna e vitupèro,
d’Italia non dirò, ma di chi prezza
disonesto tesor piú che il mistero
dell’aurea antichitá porre in chiarezza,
e riscossa di terra allo straniero
mostrare ancor l’italica grandezza.
Lor sia data dal ciel giusta mercede,
se pur ciò non indarno al ciel si chiede.
14
     E mercé s’abbia, non di riso e d’ira,
di ch’ebbe sempre assai, ma d’altri danni,
l’ipocrita canaglia onde sospira
l’Europa tutta invan tanti e tanti anni,
i papiri, ove cauta ella delira,
scacciando ognun sui mercenari scanni;
razza a cagion di cui mi dorrebb’anco
se boia e forche ci venisser manco.
15
     Tornando ai topi, a cui dai scaffali
di questi furbi agevole è il ritorno,
vincea Topaia allor le principali
cittá dal Tramontano al Mezzogiorno,
o rare assai fra quelle aveva uguali;
proprio de’ topi e natural soggiorno,
lá dove consistea massimamente
il regno e il fior della topesca gente.