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                    Al sig.***,

ciamberlano di S. M. I. R. A., cavaliere dell’Ordine gerosolimitano, ecc.


GIACOMO LEOPARDI


Dando al pubblico, per vostro comandamento, la traduzione del bell’inno da voi scoperto, a voi lo intitolo, a mio diletto amico, che avete in certa guisa voluto donarmelo e farlo mio. Moltissimo rallegromi di potere con questo mezzo fare aperto che noi ci amiamo veramente, e che se non il vostro, certo l’amor mio è ben collocato. Avete voluto che tacessi il vostro nome, ed io vi obbedisco per ora; ma non so se potrò farlo, ove esso non appaia in fronte all’opera vostra che io prometto ai letterati in questa piccola mia.