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canto secondo 129

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     — Or lasciam le ragioni e le parole,
— soggiunse l’altro — e discendiamo ai fatti.
Dai topi il re de’ granchi oggi che vuole?
vuole ancor guerra e strage a tutti i patti?
o consente egli pur, com’altri suole,
che qui d’accordo e d’amistá si tratti?
e quale, in caso tal, condizione
d’accordo e d’amistá ci si propone? —
41
     Sputò di nuovo e posesi in assetto
il general de’ granchi e cosí disse:
— Dalla tua razza immantinente eletto
sia novello signor. Guerre né risse
aver con le ranocchie a lui disdetto
per sempre sia. Le sorti a color fisse
saran dal nostro, a cui ricever piacque
nella tutela sua lor terre ed acque.
42
     Un presidio in Topaia alloggerete
di trentamila granchi, ed in lor cura
il castello con l’altro riporrete,
s’altro v’ha di munito entro le mura.
Da mangiare e da ber giusta la sete,
con quanto è di bisogno a lor natura;
e doppia paga avran per ciascun giorno
da voi, finché tra voi faran soggiorno. —
43
     Dicendo il conte allor che non aveva
poter da’ suoi d’acconsentire a tanto,
e che tregua fermar si richiedeva
per poter quelli ragguagliare intanto,
rispose il general che concedeva
tempo quindici dí, né dal suo canto
moveria l’oste; e quel passato invano,
ver’ Topaia verrebbe armata mano.