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126 ii - paralipomeni della batracomiomachia

28
     Questo comando al general pervenne
lá ’ve lui ritrovato aveva il conte,
perché quivi aspettando egli sostenne
quel che ordinasse del poter la fonte,
al cui voler, com’ei l’avviso ottenne,
l’opere seguitâr concordi e pronte;
trasse i cattivi di sotterra e sciolse,
e sciolto, il conte in sua presenza accolse.
29
     Il qual, ricerco, espose al generale
di sua venuta le ragioni e il fine,
chiedendo qual destin, qual forza o quale
violazion di stato o di confine,
qual danno della roba o personale,
qual patto o lega, o qual errore alfine
avesse ai topi sprovveduti e stanchi
tratto in sul capo il tempestar de’ granchi.
30
     Sputò, mirossi intorno e si compose
il general dell’incrostata gente;
e con montana gravitá rispose
in questa forma, ovver poco altramente:
— Signor topo, di tutte quelle cose
che tu dimandi, non sappiam niente,
ma i granchi dando alle ranocchie aiuto,
per servar l’equilibrio han combattuto.
31
     — Che vuol dir questo? — ripigliava il conte —
l’acque forse del lago o del pantano,
o del fosso o del fiume o della fonte
perder lo stato od inondare il piano,
o venir manco, o ritornare al monte,
o patir altro piú dannoso e strano
sospettavate, in caso che la schiatta
delle rane da noi fosse disfatta?