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canto secondo 121

8
     Pur, come ai topi il lume è poco accetto,
di lei non molto rallegrossi il conte,
il qual, trottando a piè, siccome ho detto,
ripetea per la valle e per lo monte
l’orme che dianzi, di fuggir costretto,
impresse avea con zampe assai piú pronte,
e molti il luogo or danni ora spaventi
di quella fuga gli rendea presenti.
9
     Ma pietá sopra tutto e disconforto
moveagli, a ciascun passo, in sul cammino,
o poco indi lontan, vedere o morto
o moribondo qualche topolino,
alcun da piaghe ed alcun altro scorto
dalla stanchezza al suo mortal destino,
a cui con lo splendor languido e scemo
parca la luna far l’onore estremo.
10
     Cosí, muto, volgendo entro la testa
profondi filosofici pensieri,
e chiamando e sperando alla funesta
discordia delle stirpi e degl’imperi
medicina efficace intera e presta
dai giornalisti d’ambo gli emisferi,
tanto andò, che la notte a poco a poco
cedendo, al tempo mattutin die’ loco.
11
     Tutti dèsti cantando erano i galli
per le campagne, e gli augelletti ancora
ricominciando insiem gli usati balli
su per li prati al mormorar dell’òra,
e porporina i sempiterni calli
apparecchiava al dí la fresca aurora,
né potea molto star che all’orizzonte
levasse il re degli anni alta la fronte;