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canto primo 117

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     Lascio il museo, l’archivio, e delle fiere
il serbatoio, e l’orto delle piante,
e il portico, nel quale era a vedere,
con baffi enormi e coda di gigante,
la statua colossal di Lucerniere,
antico topolin filosofante,
e dello stesso una pittura a fresco,
pur di scarpello e di pennel tedesco.
41
     Fu di sua specie il conte assai pensoso,
filosofo morale, e filotópo;
e natura lodò che il suo famoso
poter mostri quaggiú formando il topo,
di cui l’opre, l’ingegno e il glorioso
stato ammirava; e predicea che, dopo
non molto lunga etá, saria matura
l’alta sorte che a lui dava natura.
42
     Però mai sempre a cor fugli il perenne
progresso del topesco intendimento,
che aspettar sopra tutto dalle penne
ratte de’ giornalisti era contento;
e profittare a quel sempre sostenne
ipotesi, sistemi e sentimento;
e spegnere o turbar la conoscenza
analisi, ragione e sperienza.
43
     Buon topo d’altra parte, e da qualunque
filosofale ipocrisia lontano,
e schietto insomma e veritier, quantunque
ne’ maneggi nutrito e cortigiano;
popolar per affetto, e da chiunque
trattabil sempre; e, se dir lice, umano;
poco d’oro, e d’onor molto curante,
e generoso, e della patria amante.