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Lascio molti e molti altri ordinamenti
Del saggio nunzio, e sol dirò che segno
Della bontà de’ suoi provvedimenti
Fu l’industria languir per tutto il regno,
Crescer le usure, impoverir le genti,
Nascondersi dal sol qualunque ingegno,
Sciocchi o ribaldi conosciuti e chiari
Cercar solo e trattar civili affari;
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Il popolo avvilito e pien di spie
Di costumi ogni dì farsi peggiore,
Ricorrere agl’inganni, alle bugie,
Sfrontato divenendo e traditore;
Mal sicure da’ ladri esser le vie
Per tutta la città non che di fuori;
L’or fuggendo e la fede, entrar le liti,
Ed ir grassi i forensi ed infiniti.
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Subito poi che l’orator fu giunto
Cui de’ topi il governo era commesso
Dal re de’ granchi, a Brancaforte ingiunto
Fu di partir co’ suoi. Ma dallo stesso
Cresciuto insino a centomila appunto
Fu lo stuolo in castel male intromesso;
Il resto a trionfar di topi e rane
Tornò con Brancaforte alle sue tane.