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Tosto ogni atto, ogn’indizio, insegna o motto
     Di mista monarchia fu sparso al vento,
     Raso, abbattuto, trasformato o rotto.
     Chi statuto nomava o parlamento
     In carcere dai lanzi era condotto,
     Che del parlar de’ topi un solo accento
     Più là non intendendo, in tal famiglia
     Di parole eran dotti a maraviglia.

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Leccafondi che noto era per vero
     Amor di patria e del civil progresso,
     Non sol privato fu del ministero
     E del poter che il re gli avea concesso,
     Ma dalla corte e dai maneggi intero
     Bando sostenne per volere espresso
     Di Senzacapo, e i giorni e le stagioni
     A passar cominciò fra gli spioni.

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Rodipan mi cred’io che volentieri
     Precipitato i granchi avrian dal trono.
     Ma trovar non potendo di leggieri
     Chi per sangue a regnar fosse sì buono,
     Spesi d’intorno a ciò molti pensieri,
     Parve al re vincitor dargli perdono,
     E re chiamarlo senza altro contratto,
     Se per dritto non era, almen per fatto.


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