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Di suo vero od al ver più somigliante
Sentir, del quale ogni scrittore è muto,
Dirovvi il parer mio da mal pensante,
Qual da non molto in qua son divenuto,
Che per indole prima io rette e sante
Le volontà gran tempo avea credute,
Nè d’appormi così m’accadde mai,
Nè di fallar poi che il contrario usai.
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Dico che Rodipan di porre sciolta
La causa sua dalla comun de’ topi
In man de’ granchi avea per cosa stolta,
Veduto, si può dir, con gli occhi propri
Tanta perfidia in quelle genti accolta,
Quanta sparsa è dagl’Indi agli Etiopi,
E potendo pensar che dopo il patto
Similmente lui stesso avrian disfatto.
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Ma desiato avria che lo spavento
Della guerra de’ granchi avesse indotto
Il popolo a volere esser contento
Che il seggio dato a lui non fosse rotto,
Sì che spargendo volontario al vento
La fragil carta, senza più far motto,
Fosse stato a veder se mai piacesse
Al re granchio adempir le sue promesse.
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