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Or dunque avendo alla virtù rispetto,
     Signor, che manifesta in te dimora,
     E sopra tutto a quei che prima ho detto
     Pregi onde teco il gener tuo s’onora,
     Non della elezion solo il difetto
     Supplire ed emendar, ma vuole ancora
     La maestà del mio padrone un segno
     Darti dell’amor suo forse più degno.

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Perchè non pur con suo real diploma,
     Che valevol fia sempre ancor che tardo,
     E di color che collegati ei noma,
     Che il daran prontamente a suo riguardo,
     Riponendoti il serto in sulla chioma
     Legittimo farà quel ch’è bastardo,
     Che legittimità, cosa volante,
     Vien dal cielo o vi riede in un istante:

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Ma il poco onesto e non portabil patto
     Che il popolo a ricever ti costrinse,
     A cui ben vede il mio signor che un atto
     Discorde assai dal tuo voler t’avvinse,
     Sconcio a dir vero e tal che quasi affatto
     La maestà di questo trono estinse,
     A potere annullar de’ topi in onta
     Compagnia t’offerisce utile e pronta.