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Prestamente il legato a Rodipane
     L’umor del granchio e l’aspre leggi espose,
     E nel maggior consiglio la dimane
     Per mandato del re l’affar propose.
     Parver l’esposte leggi inique e strane,
     Fatti sopra vi fur comenti e chiose;
     Alfin per pace aver dentro e di fuore
     A tutto consentir parve il migliore.

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Tornò nel campo ai rigidi contratti
     Il conte con famigli e con arnesi,
     E l’accordo fermò secondo i patti
     Che già per le mie rime avete intesi.
     Soscriver non sapea, nè legger gli atti
     Il granchio, arti discare a’ suoi paesi;
     Ma lesse e confermò con la sua mano
     Un ranocchio che allor gli era scrivano.

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Ratto uno stuol di trentamila lanzi
     Ver Topaia lietissimo si mosse,
     A doppie paghe e più che doppi pranzi,
     Benchè rato l’accordo ancor non fosse;
     E nella terra entrò, dietro e dinanzi
     Schernito per le vie con le più grosse
     Beffe che immaginar sapea ciascuno;
     Non s’avvedendo quelli in modo alcuno