Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 57 — |
12
Se libere le menti e preparate
Fossero a ciò che i fatti e la ragione
Sapessero insegnar, non inchinate
A questa più che a quella opinione,
Se natura chiamar d’ogni pietate
E di qual s’è cortese affezione
Sapesser priva, e de’ suoi figli antica
E capital carnefice e nemica;
13
O se piuttosto ad ogni fin rivolta,
Che al nostro che diciamo o bene o male;
E confessar che de’ suoi fini è tolta
La vista al riguardar nostro mortale,
Anzi il saper se non da fini sciolta
Sia veramente, e se ben v’abbia, e quale;
Diremmo ancor con ciascun’altra etade
Che il cittadin fu pria della cittade.
14
Non è filosofia se non un’arte
La qual di ciò che l’uomo è risoluto
Di creder circa a qualsivoglia parte,
Come meglio alla fin l’è conceduto,
Le ragioni assegnando empie le carte
O le orecchie talor per instituto,
Con più d’ingegno o men, giusta il potere
Che il maestro o l’autor si trova avere.