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Se libere le menti e preparate
     Fossero a ciò che i fatti e la ragione
     Sapessero insegnar, non inchinate
     A questa più che a quella opinione,
     Se natura chiamar d’ogni pietate
     E di qual s’è cortese affezione
     Sapesser priva, e de’ suoi figli antica
     E capital carnefice e nemica;

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O se piuttosto ad ogni fin rivolta,
     Che al nostro che diciamo o bene o male;
     E confessar che de’ suoi fini è tolta
     La vista al riguardar nostro mortale,
     Anzi il saper se non da fini sciolta
     Sia veramente, e se ben v’abbia, e quale;
     Diremmo ancor con ciascun’altra etade
     Che il cittadin fu pria della cittade.

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Non è filosofia se non un’arte
     La qual di ciò che l’uomo è risoluto
     Di creder circa a qualsivoglia parte,
     Come meglio alla fin l’è conceduto,
     Le ragioni assegnando empie le carte
     O le orecchie talor per instituto,
     Con più d’ingegno o men, giusta il potere
     Che il maestro o l’autor si trova avere.