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Chi dir potria le pratiche, i maneggi,
     Le discordie, i rumor, le fazioni
     Che sogliono accader quando le greggi
     Procedono a sì fatte elezioni,
     Per empier qual si sia specie di seggi,
     Non che sforniti rifornire i troni?
     Tutto ciò fra coloro intervenia,
     E da me volentier si passa via,
     

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E la conclusion sola toccando,
     Dico che dopo un tenzonare eterno
     All’alba ed alle squille, or disputando
     Dello stato di fuori, or dell’interno,
     Novella monarchia fu per comando
     Del popol destinata al lor governo:
     Una di quelle che temprate in parte
     Son da statuti che si chiaman carte.
     

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Se d’Inghilterra più s’assomigliasse
     Allo statuto o costituzione,
     Com’oggi il nominiamo, o s’accostasse
     A quel di Francia o d’altra nazione,
     Con parlamenti o corti alte o pur basse,
     Di pubblica o di regia elezione,
     Doppie semplici alfin, come in Ispagna,
     Lo statuto de’ topi o carta magna;


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