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Tant’odio quanto è sul tuo capo accolto
     De’ tuoi pari di tempo e de’ nepoti,
     Altro mai non portò vivo o sepolto;
     O ne’ prossimi giorni o ne’ remoti.
     Tu nominato ogni benigno volto
     Innaspri ed ogni cor placido scoti,
     Stupendo in ricercar nell’ira umana
     La più vivace ed intima fontana.
     

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Dopo te quel grandissimo incorono
     Duca d’Alba, che quasi emulo ardisce
     Contender teco, e il general perdono,
     Tutti escludendo, ai Batavi bandisce.
     Nobile esempio e salutar, che al trono
     De’ successori tuoi tanto aggradisce,
     A cui d’Olanda il novo sdegno e il tanto
     Valor si debbe ed il tuo giogo infranto.
     

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Ma di troppo gran tratto allontanato
     Son da Topaia, e là ritorno in fretta,
     Dove accolto, o lettore, in sul mercato
     Un infinito popolo m’aspetta,
     Che un infinito cicalar di stato
     Ode o presume udir, loda o rigetta,
     E si consiglia, o consigliar si crede,
     E fa leggi, di farle ha certa fede.