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Degno perciò d’eterna lode, al quale
     Non ha l’antica e la moderna istoria
     Altro da somigliar non ch’altro uguale,
     Quanto or so rinvenir con la memoria,
     Fuor tre d’inclita fama ed immortale,
     Timoleon corintio ed Andrea Doria
     In sul fianco di qua dall’oceáno,
     E Washington dal lato americano.

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Dei quali per pudor, per leggiadria
     Vera di fatti e probità d’ingegno,
     Negar non vo nè vo tacer che sia
     Quantunque italian, Doria il men degno:
     Ma perfetta bontà non consentia
     Quel secolo infelice, ov’ebbe regno
     Ferocia con arcano avvolgimento,
     E viltà di pensier con ardimento.

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Deserto è la sua storia, ove nessuno
     D’incorrotta virtude atto si scopre,
     Cagion che sopra ogni altra a ciascheduno
     Fa grato il riandar successi ed opre;
     Tedio il resto ed oblio, salvo quest’uno
     Sol degli eroici fatti alfin ricopre,
     Del cui santo splendor non è beato
     Il deserto ch’io dico in alcun lato.