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Certo se un suol germanico o britanno
Queste ruine nostre ricoprisse,
Di faci a visitar l’antico danno
Più non bisogneria ch’uom si servisse,
E d’ogni spesa in onta e d’ogni affanno
Pompei, ch’ad ugual sorte il fato addisse,
All’aspetto del sol tornata ancora
Tutta, e non pur sì poca parte fôra.
13
Vergogna sempiterna e vitupero,
D’Italia non dirò, ma di chi prezza
Disonesto tesor più che il mistero
Dell’aurea antichità porre in chiarezza,
E riscossa di terra allo straniero
Mostrare ancor l’italica grandezza.
Lor sia data dal ciel giusta mercede,
Se pur ciò non indarno al ciel si chiede.
14
E mercè s’abbia, non di riso e d’ira,
Di ch’ebbe sempre assai, ma d’altri danni,
L’ipocrita canaglia onde sospira
L’Europa tutta invan tanti e tanti anni,
I papiri ove cauta ella delira,
Scacciando ognun sui mercenari scanni;
Razza a cagion di cui mi dorrebb’anco
Se boia e forche ci venisser manco.
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