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Dentro palagi e fabbriche reali
     Sorgean di molto buona architettura,
     Collegi senza fine ed ospedali
     Vôti sempre, ma grandi oltre misura,
     Statue, colonne ed archi trionfali,
     E monumenti alfin d’ogni natura.
     Sopra un masso ritondo era il castello
     Forte di sito a maraviglia e bello.
     

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Come chi d’Apennin varcato il dorso
     Presso Fuligno, per la culta valle
     Cui rompe il monte di Spoleto il corso,
     Prende l’aperto e dilettoso calle,
     Se il guardo lieto in sulla manca scorso
     Leva d’un sasso alle scoscese spalle,
     Bianco, nudato d’ogni fior, d’ogni erba,
     Vede cosa onde poi memoria serba,
     

8


Di Trevi la città, che con iscena
     D’aerei tetti la ventosa cima
     Tien sì, che a cerchio con l’estrema schiena
     Degli estremi edifizi il pie s’adima;
     Pur siede in vista limpida e serena
     E quasi incanto il viator l’estima,
     Brillan templi e palagi al chiaro giorno,
     E sfavillan finestre intorno intorno;