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Date sian queste cose e non concesse,
     Rispose al granchio il conte Leccafondi,
     Ma qual nume ordinò che presedesse
     All’equilibrio general de’ mondi
     La nazion del granchi, e che attendesse
     A guardar se più larghi o se più tondi
     Fosser che non dovean topi e ranocchi
     Per trar loro o le polpe o il naso o gli occhi?

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Noi, disse il general, siam birri appunto
     D’Europa e boia e professiam quest’arte.
     Nota, saggio lettor, ch’io non so punto
     Se d’Europa dicesse o d’altra parte,
     Perchè, confesso il ver, mai non son giunto
     Per molto rivoltar le antiche carte
     A discoprir la regione e il clima
     Dove i casi seguîr ch’io pongo in rima.

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Ma detto ho dell’Europa, seguitando
     Del parlar nostro la comune usanza;
     Ora al parlar del granchio ritornando,
     In nostra guardia, aggiunse, è la costanza
     Degli animai nell’esser primo, e quando
     Di novità s’accorge o discrepanza
     Dove che sia, là corre il granchio armato
     E ritorna le cose al primo stato.