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Ciaschedun guscio un animal raccetta,
     Che vuol dir della terra un potentato.
     In questo un topo, in quello una civetta,
     In quell’altro un ranocchio è collocato,
     Qui dentro un granchio, e quivi una cutretta,
     L’uno animal con l’altro equilibrato,
     In guisa tal che con diversi pesi
     Fanno equilibrio insiem tutti i paesi.

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Or quando un animal divien più grosso
     D’altrui roba o di sua che non soleva,
     E un altro a caso o pur da lui percosso
     Dimagra sì che in alto si solleva,
     Convien subito al primo essere addosso,
     Dico a colui che la sua parte aggreva,
     E tagliandoli i piè, la coda o l’ali,
     Far le bilance ritornare uguali.

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Queste membra tagliate a quei son porte
     Che dimagrando scemo era di peso,
     O le si mangia un animal più forte,
     Ch’a un altro ancor non sia buon contrappeso,
     O che, mangiate, ne divien di sorte
     Che può star su due gusci a un tempo steso,
     E l’equilibrio mantenervi salvo
     Quinci col deretan, quindi con l’alvo.