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Sputò, mirossi intorno e si compose
     Il general dell’incrostata gente;
     E con montana gravità rispose
     In questa forma ovver poco altramente:
     Signor topo, di tutte quelle cose
     Che tu dimandi, non sappiam nïente,
     Ma i granchi dando alle ranocchie aiuto,
     Per servar l’equilibrio han combattuto.

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Che vuol dir questo? ripigliava il conte;
     L’acque forse del lago o del pantano,
     O del fosso o del fiume o della fonte
     Perder lo stato od inondare il piano,
     O venir manco, o ritornare al monte,
     O patir altro più dannoso e strano
     Sospettavate, in caso che la schiatta
     Delle rane da noi fosse disfatta?

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Non equilibrio d’acqua ma di terra,
     Rispose il granchio, è di pugnar cagione:
     È il dritto della pace e della guerra
     Che spiegherò per via d’un paragone.
     Il mondo inter con quanti egli rinserra
     Déi pensar che somigli a un bilancione,
     Non con un guscio o due, ma con un branco,
     Rispondenti fra lor, più grandi e manco.