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Brancaforte quel granchio era nomato,
Scortese a un tempo e di servile aspetto;
Dal qual veduto il conte e dimandato
Chi fosse, onde venuto, a qual effetto,
Rispose che venuto era legato
Del proprio campo; e ben legato e stretto
Era più che mestier non gli facea,
Ma scherzi non sostien l’alta epopea.
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E seguitò che s’altri il disciogliesse,
Mostrerebbe il mandato e le patenti.
Per questo il general non gli concesse
Ch’a strigarlo imprendessero i sergenti,
E perchè legger mai non gli successe,
Eran gli scritti a lui non pertinenti,
Ma chiese da chi date ed in qual nome
Assunte avesse l’oratorie some.
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E quel dicendo che de’ topi il regno,
Per esser nella guerra il re defunto,
E non restar di lui successor degno,
Deliberato avria sopra tal punto
Popolarmente, e che di fede il segno
Rubatocchi al mandato aveva aggiunto,
Il qual per duce, e lui per messaggero
Scelto aveva a suffragi il campo intero;