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3
Trottava il conte, al periglioso andare
Affrettando co’ suoi le quattro piante,
A piedi intendo dir, chè cavalcare
Privilegio è dell’uomo, il qual di tante
Bestie che il suol produce e l’aria e il mare,
Sol per propria natura è cavalcante,
Come, per conseguenza ragionevole,
Solo ancor per natura è carezzevole.
4
Era maggio, che amor con vita infonde,
E il cuculo cantar s’udia lontano,
Misterioso augel, che per profonde
Selve sospira in suon presso che umano,
E qual notturno spirto erra, e confonde
Il pastor che inseguirlo anela invano,
Nè dura il cantar suo, che in primavera
Nasce e il trova l’ardor venuto a sera.
5
Come ad Ulisse ed al crudel Tidide,
Quando ai novi troiani alloggiamenti
Ivan per l’ombre della notte infide,
Rischi cercando e insoliti accidenti,
Parve l’augel che si dimena e stride,
Segno, gracchiando, di felici eventi
Arrecar da Minerva, al cui soccorso
L’uno e l’altro, invocando, era ricorso;