Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 18 — |
39
La biblioteca ch’ebbe era guernita
Di libri di bellissima sembianza,
Legati a foggia varia, e sì squisita,
Con oro, nastri ed ogni circostanza,
Ch’a saldar della veste la partita
Quattro corpi non erano abbastanza.
Ed era ben ragion, che in quella parte
Stava l’utilità, non nelle carte.
40
Lascio il museo, l’archivio, e delle fiere
Il serbatoio, e l’orto delle piante,
E il portico, nel quale era a vedere,
Con baffi enormi e coda di gigante,
La statua colossal di Lucerniere,
Antico topolin filosofante,
E dello stesso una pittura a fresco,
Pur di scalpello e di pennel tedesco.
41
Fu di sua specie il conte assai pensoso,
Filosofo morale, e filotopo;
E natura lodò che il suo famoso
Poter mostri quaggiù formando il topo;
Di cui l’opre, l’ingegno e il glorioso
Stato ammirava; e predicea che dopo
Non molto lunga età, saria matura
L’alta sorte che a lui dava natura.