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Indi l’odio implacato, indi la rabbia,
     E l’ironico riso ond’altri offende
     Lei che fra ceppi, assisa in sulla sabbia,
     Con lingua nè con man più si difende.
     E chi maggior pietà mostra che n’abbia,
     E di speme fra noi gl’ignari accende,
     Prima il Giudeo tornar vorrebbe in vita
     Che all’italico onor prestare aita.

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Di Roma là sotto l’eccelse moli,
     Pigmeo, la fronte spensierata alzando,
     Percote i monumenti al mondo soli
     Con sua verghetta il corpo dondolando;
     E con suoi motti par che si consoli
     La rimembranza del servir cacciando.
     Ed è ragion ch’a una grandezza tale
     L’inimicizia altrui segua immortale.

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Ma Rubatocchi, poi che della cura
     Gravato fu delle compagne genti,
     Fece il campo afforzar, perchè sicura
     Da inopinati assalti e da spaventi
     Fosse la notte; e poi di nutritura
     Giovare ai corpi tremuli e languenti.
     Facil negozio fu questo secondo,
     Perchè topi a nutrir tutto è fecondo.