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L’esule a rientrar nella dolente
Città non fe dimora, e poi che l’ebbe
Con gli occhi intorno affettuosamente
Ricorsa, e con gli orecchi avido bebbe
Le patrie voci, a quel che alla sua gente
Udito avea che lume esser potrebbe,
Senza punto indugiarsi andò diritto,
Dico al guerrier di cui più sopra è scritto.
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A conoscer si diede, e qual desire
Il movesse a venir fece palese.
Quegli onorollo assai, ma nulla udire
Volle di trame o di civili imprese.
Cercollo il conte orando ammorbidire,
Ma tacque il volo e l’infernal paese,
Perchè temè da quel guerrier canuto
Per visionario e sciocco esser tenuto.
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Più volte l’instancabile oratore
Or solo ed or con altra compagnia
Tornato era agli assalti, ed a quel core
Aperta non s’aveva alcuna via.
Ultimamente un dì che Assaggiatore
Con più giovani allato egli assalia,
Quei ragionò tra lor nella maniera
Che di qui recitar creduto io m’era.