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Microscopici o in tutto anche nascosti
All’occhio uman quanto si voglia armato
Ha quivi la sua bocca. E son disposti
Quei fori sì, che dei maggiori allato
I minori per ordine son posti.
Della maggior balena e smisurato
È il primo, e digradando a mano a mano,
L’occhio s’aguzza in sugli estremi in vano.
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Porte son questi d’altrettanti inferni
Che ad altrettanti generi di bruti
Son ricetti durabili ed eterni
Dell’anime che i corpi hanno perduti.
Quivi però da tutti i lidi esterni
Venian radendo l’aria intenti e muti
Spirti d’ogni maniera, e quella bocca
Prendea ciascun ch’alla sua specie tocca.
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Cervi, bufali, scimmie, orsi e cavalli,
Ostriche, seppie, muggini ed ombrine,
Oche, struzzi, pavoni e pappagalli,
Vipere e bacherozzi e chioccioline,
Forme affollate per gli aerei calli
Empiean del tetro loco ogni confine,
Volando, perchè il volo anche è virtude
Propria dell’alme di lor membra ignude.