Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 116 — |
39
Qual di passeri un groppo o di pernici
Che s’atterri a beccar su qualche villa
Pare al pastor che su per le pendici
Pasce le capre al sol quando più brilla,
Cotal dall’alto ai due volanti amici
Parve quella ch’eterna vi distilla
Nebbia anzi notte, nella quale involta
Un’isola o piuttosto era sepolta.
40
Altissima in sul mar da tutti i lati
Quest’isola sorgea con tali sponde,
E scogli intorno a lor sì dirupati
E voragini tante e sì profonde,
Ove con tal furor, con tai latrati
Davano e sparse rimbalzavan l’onde,
Che di pure appressarsi a quella stanza
Mai notator nè legno ebbe speranza.
41
Sola potea la region del vento
Dare al sordido lido alcuna via.
Ma gli augelli scacciava uno spavento
Ed un fetor che dalla nebbia uscia.
Pure ai nostri non fur d’impedimento
Queste cose, il cui volo ivi finia,
Chè quel funereo padiglione eterno
Copria de’ bruti il generale inferno.