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Qual di passeri un groppo o di pernici
     Che s’atterri a beccar su qualche villa
     Pare al pastor che su per le pendici
     Pasce le capre al sol quando più brilla,
     Cotal dall’alto ai due volanti amici
     Parve quella ch’eterna vi distilla
     Nebbia anzi notte, nella quale involta
     Un’isola o piuttosto era sepolta.

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Altissima in sul mar da tutti i lati
     Quest’isola sorgea con tali sponde,
     E scogli intorno a lor sì dirupati
     E voragini tante e sì profonde,
     Ove con tal furor, con tai latrati
     Davano e sparse rimbalzavan l’onde,
     Che di pure appressarsi a quella stanza
     Mai notator nè legno ebbe speranza.

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Sola potea la region del vento
     Dare al sordido lido alcuna via.
     Ma gli augelli scacciava uno spavento
     Ed un fetor che dalla nebbia uscia.
     Pure ai nostri non fur d’impedimento
     Queste cose, il cui volo ivi finia,
     Chè quel funereo padiglione eterno
     Copria de’ bruti il generale inferno.