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Trovollo alfin veracemente, e molte.
Vide con gli occhi propri alme di bruti
Ignude, io dico da quei corpi sciolte
Che quassù per velami aveano avuti,
Se bene in quelli ancor pareano involte,
Come non saprei dir, ma chi veduti
Spiriti ed alme ignude ha di presenza,
Sa che sempre di corpi hanno apparenza.
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Dunque menarlo all’immortal soggiorno
De’ topi estinti offerse al peregrino
Dedalo, acciò che consultarli intorno
A Topaia potesse ed al destino:
Perchè sappiam che chiusi gli occhi al giorno
Diventa ogni mortal quasi indovino,
E, qual che fosse pria, dotto e prudente
Si rende sì che avanza ogni vivente.
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Strana questa in principio e fera impresa
Al conte e piena di terror parea.
Non avean fatta simile discesa
Orfeo, Teseo, la Psiche, Ercole, Enea,
Che vantâr poscia, e forse l’arte appresa
Da topi o talpe alcun di loro avea.
Dedalo l’ammonì che denno i forti
Poco temere i vivi e nulla i morti.
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