Pagina:Leopardi - Paralipomeni della Batracomiomachia, Baudry, 1842.djvu/111


— 107 —

12


Perchè dicea, chiunque gli occhi al sole
     Chiudere, o rinnegar la coscienza,
     Ed a sè stesso in sè mentir non vuole,
     Certo esser dee che dalla intelligenza
     De’ bruti a quella dell’umana prole
     È qual da meno a più la differenza,
     Non di genere tal che se rigetta
     La materia un di lor, l’altro l’ammetta.

13


Che certo s’estimar materia frale
     Dalla retta ragion mi si consente
     L’io del topo, del can, d’altro mortale,
     Che senta e pensi manifestamente,
     Perchè non possa il nostro esser cotale
     Non veggo: e se non pensa inver nè sente
     Il topo o il can, di dubitar concesso
     M’è del sentire e del pensar mio stesso.

14


Così dicea. Ma che l’uman cervello
     Ciò che d’aver per fermo ha stabilito
     Creda talmente che dal creder quello
     Nol rimova ragion, forza o partito,
     Due cose, parmi, che accoppiare è bello,
     Mostran quant’altra mai quasi scolpito:
     L’una, che poi che senza dubbio alcuno
     Di Copernico il dogma approva ognuno,