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Fatto questo, di noci e fichi secchi
Un pasto gli arrecò di regal sorte,
Formaggio parmegian, ma di quei vecchi,
Fette di lardo e confetture e torte,
Tutto di tal sapor, che paglia e stecchi
Parve al conte ogni pasto avuto in corte.
Cenato ch’ebbe, il dimandò del nome
E quivi donde capitasse e come.
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A dire incominciò, siccome Enea
Nelle libiche sale, il peregrino.
Al dirimpetto l’altro gli sedea
Sur una scranna, ed ei sul tavolino
Con due zampe atteggiando, e gli pendea,
Segno d’onor, dal collo un cordoncino,
Che salvo egli a fatica avea dai flutti,
Dato dal morto re Mangiaprosciutti.
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E dal principio il seme e i genitori
E l’esser suo narrò succintamente.
Poi discendendo ai sostenuti onori
Fecesi a ragionar della sua gente,
Narrò le rane ed i civili umori,
La Carta e il granchio iniquo e prepotente,
Le due fughe narrò chinando il ciglio,
E le congiure ed il non degno esiglio.