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E in suo cor sottentrata allo spavento
     Era l’angoscia del presente stato.
     Senza de’ lochi aver conoscimento
     Solo e già stanco, e tutto era bagnato.
     Messo s’era da borea un picciol vento
     Freddo, di punte e di coltella armato,
     Che dovunque, spirando, il percotea
     Pungere al vivo e cincischiar parea;

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Sì che se alcun forame o se alcun tetto
     Non ritrovasse a fuggir l’acqua e il gelo,
     E la notte passar senza ricetto
     Dovesse, che salita a mezzo il cielo
     Non era ancor, sentiva egli in effetto
     Che innanzi l’alba lascerebbe il pelo.
     Ciò pensando, e mutando ognor cammino,
     Vide molto di lungi un lumicino,

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Che tra le siepi e gli arbori stillanti
     Or gli appariva ed or parea fuggito:
     Ma s’accorse egli ben passando avanti,
     Che immobile era quello e stabilito,
     E di propor quel segno ai passi erranti,
     O piuttosto al notar, prese partito:
     E così fatto più d’un miglio a guazzo
     Si ritrovò dinanzi ad un palazzo.


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