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Il vento ad or ad or mutando ato
     Più volte indietro e innanzi il risospinse,
     Talora il capovolse, e nel gelato
     Umor la coda e il dorso e il crin gli tinse,
     E più volte, a dir ver, quell’apparato
     Di tremende minacce il cor gli strinse,
     Chè di rado il timor, ma lo spavento
     Vince spesso de’ saggi il sentimento.

28


Cani, pecore e buoi che sparsi al piano
     O su pe’ monti si trovâr di fuore,
     Dalle correnti subite lontano
     Ruzzolando fur tratti a gran furore
     Insino ai fiumi, insino all’oceáno,
     Orbo lasciando il povero pastore.
     Fortuna e delle membra il picciol pondo
     Scamparo il conte dal rotare al fondo.

29


Già ristato era il nembo, ed alle oscure
     Nubi affacciarsi or l’una or l’altra stella
     Quasi timide ancora e mal sicure
     Ed umide parean dalla procella.
     Ma sommerse le valli e le pianure
     Erano intorno, e come navicella
     Vota fra l’onde senza alcuna via
     Il topo or qua or là notando gía.