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27
Il vento ad or ad or mutando ato
Più volte indietro e innanzi il risospinse,
Talora il capovolse, e nel gelato
Umor la coda e il dorso e il crin gli tinse,
E più volte, a dir ver, quell’apparato
Di tremende minacce il cor gli strinse,
Chè di rado il timor, ma lo spavento
Vince spesso de’ saggi il sentimento.
28
Cani, pecore e buoi che sparsi al piano
O su pe’ monti si trovâr di fuore,
Dalle correnti subite lontano
Ruzzolando fur tratti a gran furore
Insino ai fiumi, insino all’oceáno,
Orbo lasciando il povero pastore.
Fortuna e delle membra il picciol pondo
Scamparo il conte dal rotare al fondo.
29
Già ristato era il nembo, ed alle oscure
Nubi affacciarsi or l’una or l’altra stella
Quasi timide ancora e mal sicure
Ed umide parean dalla procella.
Ma sommerse le valli e le pianure
Erano intorno, e come navicella
Vota fra l’onde senza alcuna via
Il topo or qua or là notando gía.