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I E DELLA LUNA. 67 lun. Dolio tuo corna io non so che dire. Fatta sta che o sono abitata. ter. Di che colore sono cotesti uoraiui? lun. Che uomini P tjer. Q uelli che tu contiein. Non dici tu d’os- ' sere abitata? lun. Sa dico: e per questo? ter. E per questo non saranno già tufte bestie , gli abitatori tuoi. lun. Nè bestie nè uora ni; chè io non so che razze di creature si fieno nè ;1. unì nè 1* altre E già di parecchie co3e che tu mi sei venuta accennando, »n proposito, a quel che io st-n&Oj degli uomini, o non ho compreso un’ acca, ' ter. Ma che sorto * di popoli sono coleste ? lun. Moltissime e diversa me, che tu non co*; nosci, come la non conosco le tue. ter. Questo mi riesce strano in modo, che se io non F udissi da te medesima, io non ?o cre- derei per nessuna cosa del mondo. Fost* tu mai conquistata da ninno de’ tuoi ? lun. No, che o sappia. E come? e perché ? ter. Per ambizione, per cupidigia dell’altrui, colle arti poi tiche, colle armi. lun. Io non so che si voglia dire armi, ambizione, arti politiche, in somma niente di quel rhe tu dici. ter. Ma cerio, se tu non conosci le ami , conosci pure la g aerra: perchè, poco dianzi, un fisico di quaggiu, con certi cannocchiali, che sono instm- meuti fatti per vedere molto lontano, ha scoperto i 68 ' DIALOGO DELL