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ani. Ma queste lodi e questi onor* che tu dici, gli avrò io dal Cielo, o da te, o da chi altro? nat. Dagli uomini: perchè altr> che essi noa gli può dafe. ^ ani. Or ved., io mi pensava che non sapendo far quello che è necessarissimo, come tu dici, al commercio cogli altri uomini, e che riesce anche facile insino ai più poveri ingegni ; io fossi per essere vilipesa e fuggita, non che lodata, dai medesimi uomini ; o certo fossi per vivere sconosciuta a quasi tutti loro, come inetta al consorzio umano. nat. A me non è dato prevedere il futuro, nè quindi anche prenunzi arti ufallibilmente quello che gli uomini sieno per fare e pensare verso di te mentre sarai sulla terra. Bene è vero che dalla esperienza del passato io ritraggo per lo p ù ve- ris mile, che essi ti debbano perseguitare colla invidia ; la quale è un’ altra calair. ih solita di farsi incontro alle anime eccelse; o vero ti sieno per opprimere col <?^spregio e la non curanza. Oltre che la stessa fortuna, e il*caso medesimo, sogliono essere inimici delle tue simili. Ma subito dopo la morte, come avvenne al Camoens, o al più, di quivi ad alcuni anni, come accadde al Milton, tu sarai celebrata e levata al cielo, non dirò da tutti, ma, se non altro, dal p ccolo numero degli uomini di buon giudic-o. E forse le ceneri della persona nella quale tu sarai dimorata, riposeranno in sepoltura magnifica ; e le sue Rattezze, mitate in divevse guise, andranno per le ma ai