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DIALOGO %■ • d’ ERCOLE e atlante 9 erc. Jr ad re Atlante, Giove mi manda, e vuole che io ti saluti da sua parte, e in caso che tu fossi stracco à\ cotesto peso, che io me lo addossi per qualche ora, come feci non r l ricordo quanti secoli sono, tanto che tu pigli fiato e ti riposi un poco. atl. Ti ringrazio, caro Ercolino, e mi chiamo anche obbligato alla maestà d" Gi >ve. Ma il mondo (a) è fatto così leggiero, che questo mantello che io porto per custodirmi dalla neve, mi pesa più; e se non fosse che la volontà di G ove ml «forza di stare qui fermo, e tenere questa pallotta sulla schiena, io me la porrei sotto 1* ascella o i tasca, o me 1* attaccherei ciondolone a un pelo della barba, e me n’andrei per le mie faccende. erc. Come può stare che sia tanto alleggerita? Mi accorgo brine che ha mutato figura, e che è diventata a uso delle pagnotte, e non è più tonda, come era al tempo che io studiai la cosmografia per fare quella grandissima navigazione cc* gli Argonauti; ma con tutto questo non trovo a4 DIAL