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DEL GENERE UMANO. ig zione di quel genio. Avevano usate g i !"'ei ne^lk antichi ternj : i, quando Giustizia, Virtù e gli altri fantasmi governavano le cose umane, virilare alcuna volta le proprie fatture, scendendo ora l’uno ora 1’ altro in terra, e qui significando la loro presenza in diversi modi: la quale era stata sempre con grand ssimo beneficio o di tutti i mortali o di alcuno in particolare. Ma corrotta di nuovo la vita, e sommersa i n c^i scelleratezza, sdegnarono quelli per lungi ss mo tempo la conversaziono umana. Ora Giove compass-' onando alla nostra somma infelicità, propose agl'immortali se alcuno di loro fosse per indurre 1* animo a visitare, come avevano usato in antico, e racconsolare 31 tanto travaglio questa loro progenie, e particolarmente quelli che dimostravano essere, quanto a sè, indegni della sciagura universale. Al che tacendo tutli gli altri, Amore, figlio di Venere Celeste, con .orme di nome al fantasma così chiamato, ma <3* natura, di virtù e di opere diversissimo; si offerse (come ò singolare fra tutt i numi la sua nativa pietà) di ure esso l’uffic-o proposto da Giove, e scendere dal cielo; donde egli msi per lo avanti non si era tolto, non sofforendo il concilio degl’ immortali, per averlo *ndir ib:Imenfe caro , che egli si part sse, anco per picc;olo tempo, dal loro commercio. Se bene d tratto in tratto molti antichi uomini, ingannati da trasformazioni e diverse frodi del antasma chiamato collo stesso nome, si pensarono avere non dubbi segni delia presenza d questo massimo iddio. Ma esso non prima ao STORIA