Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/252

0 DI TIMANDRO ED ELEANDRO. dizio dell’ indole, del destino e delle, facoltà dell’uomo: oltre che si sono avute altre faccende per le mani. Ma ora non si attende ad altro che a perfezionare la nostra specie, tim. Certo vi si attende con sommo studio in tutto il mondo civile. E considerando la copia e F efficacia dei mezzi, F una e 1* altra aumentate incredibilmente da poco in qua , si può credere che FefFetto si abbia veramente a conseguire fra più o men tempo: e questa speranza è di non piccolo giovamento a cagione delle imprese e operazioni utili che ella promuove o partorisce. Però se fu mai dannoso e riprensibile in alcun tempo, nel presente, è dannosissimo e abbominevole T ostentare questa vostra disperazione , e l’inculcare agli uomiui la necessità della loro miseria , la vanità della vita, la, imbecillità e piccolezza della loro specie, e la malvagità^ della loro natura: il che non può fare altro frutto che prostrarli d’ animo ; spogliarli della stima di se medesimi, primo fondamento della vita onesta, della utile, della gloriosa; e distorli dal proccurare il proprio bene. ELE. Io vorrei che mi dichiaraste precisamente, 4 se vi pare che quello che io credo e dico intorno alla infelicità degli uomini , sia vero o falso. tim. Voi riponete jnano alla vostra solita arme; e quando io *vi confessi che, quello che dite è vero, pensate vincere la questione. ..Ora io vi rispondo, che non ogni verità è da predicare a tutti, nè in ogni tempo.. >( ; . . ele. Di grazia, soddisfatemi anche di un’ altra