Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/243

,

  • 34 D I A L O C O

come ogni cosa contraria all’ uso corrente, abbiano cattiva fortuna. « ele. Pooo male; cbè non per questo andranno cercaudo pane alle porte. tim. Quaranta o cinquant’ anni addietro, i filo- losofi solevano mormorare della specie umana; ma in questo secolo fanno tutto al contrano. ele. Credete voi die quaranta o cinquant’anni addietro, i filosofi, mormorando degli uomini, dicessero il falso o il vero? * tim. Piuttosto e più spesso il vero che il falso. ele. Credete che in questi quaranta o cinquant’ anni, la specie umana sia mutata in con* trario da quella che era prima? tim. Non credo ; ma questo non monta nulla al nostro proposito. ele. Perchè non monta ? F orse è cresciuta di potenza, o salita di grado; che gli scrittori d’oggi fieno costretti di adularla, o tenuti di riverirla? tim. Questi sono scherzi in argomento grave. ele. Dunque tornando sul sodo, io non ignoro che gli uomini di questo secolo, facendo male ai loro simili secondo la moda antica, si sono pur messi a dirne bene, al contrario del secolo precedente. Ma io, che non fo male a simili nè a dissimili, non credo essere obbligato a dir bene degli altri contro coscienza. tim. Voi siete pure obbligato come tutti gli altri uomini, a proccurar di giovar^alla vostra specie. ele. Se la mia specie proccura di fare il contrario a me, non veggo come mi corra quest’oh*