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DEGLI UCCELLI. £21 «pie ri. aspetto ser? e tristi negli altri tempi, pure nella ubbriachezza 1 dono profusamente ; avellendo ancora molto e cantando, contro al loro usato. 3VIa di questo cose tratterò più cj stesamente iti una storia del riso, che ho in anrmo di fare: nella auale, cercato che avrò del nascimento di quello, se^u terò narrando i suoi fatti e suoi casi e le sue fortune, da indi in poi, fino a questo tempo- presente; tiel#quale egli si trova essere n dignità e stato maggiore che fosse mai; temendo nelle nazioni ri vili un luogo, e facendo un uflicio, coi quali esso supplisce per qualche modo alle pari eserciate in altr tempi dalla virtù, dalla giustizia, dall, onore e simili; e in molte cose raffrenando e spaventando gli uomini dalle msle opere. Ora conchiujdendo del canto degli uccelli > dico, che imperoccnè la letizia veduta o conosciuta in altri, della quale non si abbia invidia, suole confortare c rallentare; però molto lodevolmente la natura provvide che il canto degli uccelli,' il quale è dimostrazione di allegrezza, e specie di riso, fosse pubblico; dove che il canto e il rìso degli uomini, per rispetto al rimanente del rnon* do, sono privati: e sapientemente operò che ia terra e l’aria fossero sparse di an; ruali che tutto di , mettendo voci di gioia risonanti e solenni-, quasi applaudissero alla vita universalè, e incitassero gli altri viventi ad a legrezza , facendo continue testimonianze, ancorché false, della felicità delle cose. E che gli uccelli sieno e si mostrino lieti più t