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DEGLI UCCELLI. 319 non meno sufficientemente essere definito per animale risibile; parendo loro che il riso non fosse meno proprio e particolare all’uomo, che la ragione. Cose, certamente m rabile è .questa, che nell'uomo, il quale infra tutte le creature è la più travagliata e misera, si trovi la facoltà del r/so, aliena da ogni altro animale. Mirabile ancora si è T uso ohe noi face amo di' questa facoltà : poiché si veggono molti in qualche fierissimo accidente , altri in grande ti stezza d’animo, altri che quasi non serbano alcuno amore alla vita certissimi delia van tà di ogni • bene umano, preuso che incapaci di ogni gioia, e pi vi di ogni speranza; nondimeno ridere. Anzi, quanto conoscono meglio la vanità de; predetti beni, e la infelfcità della vita ; e «manto -meno sperano, e meno eziandio sono atti a godere ; tanto maggiormente sogliono i particolari uomini essere inclinati al riso. La natura del quale generalmente, e gl ìntimi principi e modi , in quanto si è- a quella parte che consiste nelP animo, appena si potrebbero definire e spiegare; se non se forse dicendo che il riso è specie di pazzia non durabile, o pure di vaneggiamento © delirio. Perciocché gli uomini*, non essendo mai soddisùtt' nè ma« dilettati veramente da cosa alcuna, non possono aver causa di riso che sia ragionevole e giusta. Eziandio sarebbe curioso a cercare; donde e in quale occasione p ù vurisimil- mentCj l’uomo fosse recato la pr-ma volta a usare e a conoscere questa uua potenza. Imperocché nc-a è dubbio che esso nello stato primitivo e telvag-
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