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i8 o l c c i o parti nostre, che ;n quelle dove gli uomini s^no selvaggi e rozzi ; e conchiudono che gli uccelli, anco essendo 1 beri , p glìa^o alcun poco della cv viltà di quegli uomii.ii alle cui i taozc soiao usati* O che questi dicano i l vero o no, certo fu bellissimo provvedimento della natura, e nou è da credere che fosse fatto a caso, ! assegnare a un inedesi.no genere di animali il canto e il volo; in guija che quelli che avevano a ricreare gl altri viventi colla voce, fossero per 1 ordinario in liiogo alto; donde ella si spandesse all’ritorno per maj ■ giore spazio, e pervenisse a maggior numero di uditori. E in guisa che l’aria, la quale si è l’elemento destinato al suono, fosse popolata di creature vorah e mus-che. Veramente molto conforto fc diletto ci porge, © non meno* per uno parere, agii allri ammali che agli uomini, l’udire il nanto deplì uccelli E ciò credo lo che nasca principalmente , non dalla “soavità de’ suoni, quanta che ella si sia, nè dnlla loro varietà, nè dallà convergenza scarnVevole ; ma da quella significazione di allegrezza che è* contenuta per natura, sì nel canto ih genere,.e ù nel canto degli uccelli in ispecie. Il quale è, come a dire, un riso , che l'uccello fa quando egli si sente star bene c? piacevolmente. ♦ Onde s‘ potrebbe di *e in qualche modo, che gli uccelli partecipano del pi ivilegio che ha l' uomo di rìdere: il quale non hanno gli altri an mali; e per* dò pensarono alcuni che itccome l’uomo è de ì- nito per animale oitelleUivo o razionale, * potesse