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DI FILIPPO OTTONIERI. 205

pratica degli uomini, s’imparano cento fogli il dì. Risposo l'Ottonieri: ma il libro fa cinque milioni di fogli.

À un altro giovano inconsiderato e temerario, il quale per ischermirsi da quelli che gli rimpro* veravano le male riuscite che faceva giornalmente, e gli scorni che riportava, era usato rispondere, •che della vita non è da fare più stima ohe di una commedia ; disse una volta V Ottonieri : anche nella commedia è meglio riportare applausi che fischiate; « il commediante male instrutto nell’arte sua, o mal destro in esercitarla, all'ultimo si muor di fame.

- Preso dai sergenti della corte un ribaldo omicida, il quale per esser zoppo, commesso il misfatto, non era* potuto fuggire; disse : vedete, amici, che la giustizia, se bene si dice che sia zoppa, raggiunge però il malfattore, se egli è zoppo. •' Viaggiando per l’Italia, essendogli detto, non so dove, da un cortigiano che lo voleva mordere: io ti parlerò schiettamente, • se tu me ne dai licenza ; rispose: anzi avrò caro assai di ascoltarti; perchè viaggiando si cercano le cose rare. Costretto da non so quale necessità una volta , a chiedere danari in prestanza a uno, il quale scusandosi di non potergliene dare, concluse afifer. mando, che se fosse stato ricco, non avrebbe avuto maggior pensiero che delle occorrenze degli amici; esso replicò: mi rincrescerebbe assai che tu stéssi in pensiero per causa nostra. Prego Dio che non ti faccia mai ricco. Da giovane 9 avendo composto alcuni versi, e ao6 DETTI MEMORABIL