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Iffi 'storia Era tra quelle larve, tanto apprezzale dagli antichi, ima chiamata nelle costoro lingue Sapienza; la quale onorata universalmente come tutte le suo compagne , e seguita in particolare da molti, aveva altresì al pari di quelle conferito per la sua parte alla prosperità dei passati secoli. Questa più © più volte, anzi quotidianamente, aveva promesso © giurato ai seguaci suoi che ella voleva loro mostrare la Verità, la quale diceva essere un genio grandissimo, e sua propria signora, nè mai venuta in sulla terra, ma sedere cogli Dei nel cielo; donde essa prometteva che colf autorità o grazia propria intendeva di trarla, e ridurla per alcuno spazio di tempo a peregrinare tra gli uomini: per l’uso e la familiarità della quale, dovere il genere umano venire in sì fatti termini, che di altezza di conoscimento, eccellenza d’inst - luti e di costumi, e felicità di vita, per poco fosse comparab le al divino. Ma come poteva una pura1 ombra ed una sembianza vota mandare ad effetto le sue promesse, non che recare in terra la Ve- lità? Sicché gli uomini, dopo lunghissimo crederi e confidare , avvedutisi della vanit i di quelle prof ferte; e nel medesimo tempo famelici di coso nuove, massime per F ozio in cui vivevano; e stimolati parte dall’ambizione di pareggiarsi agli Dei, parte dal desiderio di quella beatitudine eh© per le parole del fantasma si reputavano, conversando colla Verità, essere per conseguire; si volsero con instaiit' ssime e | resuntuose voci dimandando a Giove che per dcun tempo concedesse