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DEL GENERE UMÀWO. ~ II mente i superiori ; poiché quantunque venuti dopo molti secoli in manifesto abbassamento, nondimeno eziandio declinando e poscia precipitando, valsero in guisa , che fino all* entrare di una età non molto rimota dalla presente, la vita umana, ]a quale per virtù di quegli ordini era stata già, massime in alcun tempo, quasi gioconda, si mantenne per beneficio loro mediocremente facile e tollerabile. Le cagioni e i modi del loro alterarsi furono i molti ingegni trovati dagli uomini per provvedere agevolmente e con poco tempo ai proprii bisogni; lo smisurato accrescimento della disparità di condizioni e di uffici constituita da Giove tra gli uomini quando fondò e dispose le prime repubbliche; la oziosità e vanità^ che per queste cagioni, di nuovo, dopo antichissimo esilio, occuparono la vita; l’essere, non solo per la sostanza delle cose, ma eziandio da altra parte per la estimazione degli uomini, venuta a scemarsi in essa vita la grazia della varietà, come sempre suole per la lunga consuetudine; e finalmente le altro cose più gravi, le quali per essere già descritto e dichiarate da molti, non accade ora distinguere. Certo negli uomini si rinnovellò quel fastidio delle cose loro che gli aveva travagliati avanti il diluvio, e rinfrescossi quello amaro desiderio di felicità ignota ed aliena dalla natura dell’universo. Ma il totale rivolgimento della loro fortuna e l’ultimo esito di quello stato che oggi siamo soliti di chiamare antico, venne principalmente da una cagione diversa dalle predette: e fu questa.