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DI FILIPPO OTTONIETtl. jfj r accade che, quando-più ti pensi che sieno cóm- mossi «opra il tuo stato, qu ?lli t’interrompono narrandoti la sorte loro, e sforzandos di persua<> d^rti che ella sia meno tollerabile della tua» E c'ice va che in tali cas,’ av\ ene ord nanamente quello che nella Iliade si legge di Achille, quando Priamo supplichevole e piangente gii è prostrato' ai piedi t il q'iale fi nto che ha quel suo lamento miserab ie, Achille si pone a p'aogere seto, non gi » dei mali di quello, ma delle aventure proprie, ,e per 1* r.oor danza del padre, e dell’amico uccjo. So j* giungeva, che ben suole alquanto conferire alla, compass ane F avere sperimentato altre volte *n se quegli stessi mali che si odono o veggono essere in altri, nxa non il sosterei i al presente. Diceva che la negligenza e la inconsideratezza, sono causa dì commettere ì sfinite cose crudeli o malvage; e spessissimo hanno apparenza di malvagità o crudeltà: come, a cagione di esempio, n uuo che trattenendosi fuori di casa in qualche suo passatempo, lasca, i ser^L in luogo scoperto- infracidare alla pioggia; *ion per animo duro e spietato, ma non pesandovi, o non rr stirando colla mente il loro disagia. E st -nava che negli uomini la inconsideratezza sia molto più t comune della malvagità, della inumanità e simili; e da quella> abbia origine un numero assai maggiore di cattive opere: e che una grandissima parte delle azioni e dei portamene ' degli uomini che si attribuiscono a qualche pessima quali ià morale, non sieno ve.~ ìamente altro che ieicoiiaJderatL % % / l83 BETTI MEMORÀBILI