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cosa alcuna uori che a noi cuedei Lai. £ conctaiu- deva, che l’uomo tatto intero, e sempre, e irrepugnabilmente, è in potestà'del?a fortuna. Dimandato a che nascano gli uom'ni, rispose ,,er ischerzo: a conoscere quanto sia più sped ente il non esser nato. '

CAPITOLO TERZO In propos to di certa disavventura occoraa^ìi, disse: ì perdere una persona amata, per via dì qualche ac< dente repentino, o perr malattia breve e rapida, non è tante acerbo, quante è vedersela distru [ere a poco a poco (e questo era accaduto a lui ) da una informità lunga, dalla'quale ella non sìa pr ma estinta 3 che mutata di corpo e d1 animo, e x dotta gii quasi un* altra da quella di prima. Cosa pienissima d miser a: ^>erocch^ in tal caso la persona amata non ti ti dilegua dinaozi lasciandoti, in cambio di se, la immagine che tu ne serbi nell animo, non meno amab le che .&sse per lo passato; ma ti resta in sugli occhi tutta*■diversa da quella che tu per 1* add etro amavi: in modo che tutti gl* incanni dell* amore ti sono strappati violentemente dall'animo; e quando ella poi ti si parte per se.npre dalla presenza, quella immagine prima, che tu avevi di lei nel penserò, s trova fttsere scancellata dalla nuova. Cosi vieni a perdere la persona amata interamente ; come quella -che uon ti può sopravvivere nè anche nella im-