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Eh. FILIPPO* OTTONIETRT. jjy Diceva die i diletti più veri che abbia la noatra vita, sono quelli che nascono dalle immagina* zioni false; e che i fanciulli trovano il tutto anche nel niente, gli uomini il niènte nel tutto. Assomigliava ciascuno dei piaceri chiamati comunemente reali, a un carciofo di cui, volendo arrivare ai la castagna, bisognasse prima rodere e trangugiare tutte le foglie. E soggiungeva elio questi tali carciofi sono anche- rarissimi; che altri in gran numero se- ne trovano, simili a questi nel di fuori, ma dentro senza castagna; e die esso, potendosi difficilmente adattare a ingoiarsi le foglie, era contento. per lo* più di astenersi dagli uni e da crii altri. Rispondendo a uno che Y interrogò*, qual fosse? il peggior momento della vita umana, disse: eccetto il tempo del dolore, come- eziandio del tumore, io per me crederei che i peggiori momenti fossero quelli deì piacerei perchè la speranza e la rimembranza di questi momenti, Ve* quali occupano il resto della vita , sono cose migliori e più dolci assai degli stessi diletti. E paragonava universalmeY>te i piaceri umani agli? odori : perchè- giudicava che questi sogliamo lasciare maggior desiderio1 di se, die qualunque altra sensazione, parlando proporzionatameute al diletto ; e di tutti i sensi dell’uomo, il più lontano da potere esser fatto» pago dai propri piaceri, stimava che fosse Yodorato. Anche paragonava ^'li odori alKaspettàtiva dei beni; dicendo che quelle cose odorifere che sono* buone a mangiare, o a gustate iir qualunque modov