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f l6o i I L • F A R I N I ’<» >- f » * * dimento, cotesta nobiltà, caldezza e fecondità di cuore e d’immaginativa, sieno di tutte le qualità che la sorte dispensa agli animi umani , le più dannose o lacrimevoli a chi le riceve. Ma ricevute che sono, con difficoltà si fugge il loro danno: e da altra parte, a questi tempi, quasi Tunica utilità che elle possono dare, si è questa gloria che talvolta se ne ritrae con applicarle alle lettere é alle dottrine. Dunque,.come fanno quei poveri, che essendo per alcuno accidente manchevoli o mal disposti di qualche loro membro, s’.ingegnano di volgere questo loro infortunio al maggior profitto che possono, giovandosi di quello a muovere per mezzo della misericordia la liberalità degli uomini; così la mia sentenza è, ohe tu debba industriarti di ricavare a ogni modo da queste tue qualità quel solo bene, quantunque piccolo e incerto, che sono atte a produrre. Comunemente elle sono avute per benefìzi e doni della natura, e invidiate spesso da ohi ne è privo r ai passati o ai presenti che le sortirono. Cosa non meno contraria al retto senso , • A che se qualche uomo sano invidiasse a qnei miseri ^ ^ che io diceva, le calamità del loro corpo ; quasi che il daano di quelle fosse da eleggere volentieri, per conto’dell* infelice guadagno che partoriscono. Gli altri attendono a operare, per quanto concedono i tempi, e a godere, quanto* comporta questa condizione mortale. Gli scrittori grandi, incapaci, per natura o per abito, di ipolt} piaceri umani; privi di altri molti per volontà; non di rado negletti nel consorzio degli uomini > só non forse dai po- » \